Pluralità del sistema svizzero – Focus sulla Romandia

Photo: Vincent Michellod, Direttore generale della Clinique Générale-Beaulieu, Ginevra (gruppo Swiss Medical Network)
Al noto problema dell’aumento dei costi sanitari, le risposte della politica e dei partner tariffali mettono sempre più a rischio la sostenibilità delle strutture di cura. Le sfide sono significative e le misure adottate per affrontarle possono variare in funzione delle diverse regioni svizzere. Vincent Michellod espone le sue riflessioni dal punto di vista della Romandia e in particolare di Ginevra, dove ricopre la funzione di Direttore generale della Clinique Générale-Beaulieu (gruppo Swiss Medical Network).
Consideriamo il panorama tariffario svizzero e i suoi modelli tariffali. Che sfide vede nel sistema sanitario svizzero per gli ospedali negli anni a venire, in particolare nella Svizzera romanda? A suo giudizio, dove si situa la più grande necessità di riforma? Quali sono i progetti tariffali innovativi | i test pilota che le vengono in mente?
Il mondo ospedaliero sta attraversando una crisi senza precedenti. Gli ospedali devono affrontare un aumento talvolta fortissimo dei costi dei fattori di produzione, senza tuttavia poterlo scaricare sulle tariffe applicate. La pressione sostenuta sui prezzi è una misura politica che mira a contenere l’aumento dei costi entro un limite ritenuto socialmente accettabile, ma è contraria a tutti i principi applicabili in economia aziendale.
Questa pressione si traduce, nella Svizzera romanda più che altrove, in un aggravamento del deficit delle strutture pubbliche. In più mette a rischio l’offerta privata non sovvenzionata, che tuttavia risulta più efficiente e necessaria per soddisfare i bisogni. Se non vogliamo che il nostro sistema sprofondi in una crisi sistemica che inevitabilmente intaccherà la qualità delle cure fornite, a mio avviso è urgente un cambio di paradigma.
All’interno del gruppo Swiss Medical Network, questo cambiamento ha preso forma tramite il progetto pilota condotto nell’Arco del Giura che rappresenta la prima organizzazione di cure integrate in Svizzera (Réseau de l’Arc). Nel frattempo, la nostra iniziativa è stata emulata e ne siamo felici.
Una nuova struttura ambulatoriale sta per venire alla luce (TARDOC e forfait ambulatoriali). Quali sono i problemi per gli ospedali, in particolare nel Cantone di Ginevra dove è attualmente in corso la procedura di fissazione delle tariffe presso il TAF con tutti gli assicuratori malattie?
L’introduzione delle due nuove strutture ambulatoriali risponde ad aspettative contraddittorie: i fornitori di prestazioni si augurano una migliore valorizzazione della medicina ambulatoriale, mentre la politica auspica una migliore gestione dell’evoluzione dei costi. Già da adesso si può dire che questi due obiettivi non potranno essere raggiunti contemporaneamente. Il TARMED è stato criticato per la sua complessità e la sua mancanza di trasparenza. Non è certo sostituendolo con due strutture diverse che avremo più semplicità e leggibilità. A Ginevra, la procedura in corso aumenta ulteriormente la complessità dell’esercizio. Il cantone affronta questo cambiamento con tre valori del punto diversi, tutti provvisori. Un bel problema per il calcolo delle neutralità.
Quali sono le sfide che gli ospedali – in particolare in Romandia – dovranno affrontare nei prossimi anni per quanto riguarda EFAS? Di quali condizioni quadro avranno bisogno nell’ambito della riforma EFAS?
EFAS è una riforma del finanziamento, non della tariffazione. Non avrà alcun impatto sugli ospedali. A dire il vero la riforma sarà priva di interesse per il mondo ospedaliero a meno che non apra la strada a una tariffazione uniforme delle prestazioni, ossia all’uniformazione della tariffazione ambulatoriale e stazionaria.
È probabilmente e di gran lunga la leva più potente che abbiamo per ridisegnare il panorama ospedaliero e contenere l’aumento dei costi sanitari in Svizzera. È questa perlomeno la lezione che ci insegnano tutti i paesi che hanno negoziato con successo la transizione al setting ambulatoriale, ed è la visione portata avanti dal gruppo Swiss Medical Network attraverso il concetto di «Zero-night DRG» (disponibile solo in tedesco).
Talvolta le votazioni in materia di politica sanitaria hanno esiti differenti in base alle regioni linguistiche svizzere. A suo giudizio, quali sono le ragioni? Si può parlare di «Röstigraben»?
È innegabile che ci siano delle sensibilità regionali che non si possono ridurre alle differenze linguistiche. I cantoni romandi difendono generalmente una visione più statalista della medicina: adottano una politica più dirigista in fatto di pianificazione e non esitano a mettere mano al portafoglio per colmare il deficit dei loro ospedali. I cantoni germanofoni si contraddistinguono per un approccio generalmente più liberale, non esitando a lasciare libero corso alla concorrenza e ai meccanismi del mercato. Paradossalmente, i rapporti si invertono a livello individuale: il paziente romando sembra attribuire più importanza alla sua libertà di scelta e fa più fatica ad accettare le restrizioni.
Che cosa caratterizza le trattative tariffali e com’è possibile giungere a un accordo tariffale al tavolo delle trattative? Ritiene che i partner tariffali abbiano un approccio diverso alle trattative nella Svizzera romanda?
Il regime della LAMal prevede l’obbligo di contrattazione. I partner tariffali sono quindi costretti a trovare un’intesa, oggi e in futuro. I parametri non sono quindi quelli di una trattativa commerciale tradizionale. Se la cultura svizzera del compromesso ha consentito finora a questo sistema di funzionare, negli ultimi 15 anni il clima si è fortemente deteriorato. L’esercizio è reso difficile dalle tensioni alimentate dai costi sanitari, e il margine di manovra degli attori si è considerevolmente ridotto al punto che talvolta non esiste più un terreno d’intesa possibile.
In questo contesto è più importante che mai che i partner tariffali tengano aperto il dialogo e giungano a una visione comune delle sfide del settore, dal momento che una soluzione negoziata è sempre meglio di una soluzione imposta.
Quanto alle differenze culturali, esistono e sono attestate nella letteratura ma non hanno mai costituito una barriera insuperabile. I francofoni tendono ad accordarsi in primo luogo sui principi generali, lasciando i dettagli agli incontri successivi. I germanofoni, invece, preferiscono un approccio più metodico e dettagliato. Ognuno dei due metodi ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi: nel primo caso si giunge rapidamente a un accordo, con il rischio di trascurare alcune modalità di applicazione. Nel secondo, nulla è lasciato al caso ma a volte si perde tempo prima di accorgersi dell’esistenza di un disaccordo di fondo.
I costi delle prestazioni mediche fornite e riaddebitate vengono calcolati moltiplicando la quantità per il prezzo (tariffa). Che soluzioni immagina per controllare e gestire la crescita dei costi?
Come ogni prestazione di servizi, quella medica mobilita essenzialmente delle risorse umane per essere erogata. Per l’80 percento, in realtà. Intervenire esclusivamente sul prezzo unitario della prestazione dimostra quindi ben presto i suoi limiti, soprattutto in un contesto in cui il personale qualificato scarseggia sempre più. È quindi paradossale che la gran parte delle misure politiche tese a ridurre i costi sanitari si sia finora concentrata su questo parametro.
Pertanto, se vogliamo intervenire in modo sostenibile sui costi della sanità, è essenziale gestire la quantità di prestazioni erogate. È in quest’ottica che il gruppo Swiss Medical Network incentra la sua strategia sul rapido sviluppo di organizzazioni di cure integrate su tutto il territorio nazionale. Dopo una prima esperienza di successo nel Giura bernese (Réseau de l’Arc), nel 2025 è nata in Ticino la seconda organizzazione di cure integrate. Questa integrazione verticale della catena delle cure rappresenta l’innovazione più significativa degli ultimi vent’anni e mira a una migliore gestione del capitale sanitario della popolazione. Attraverso questo approccio sarà possibile influenzare la quantità di cure erogate e gestire i costi del nostro sistema sanitario.
Grazie mille per l’intervista.
L’intervista è stata realizzata da Nathalie Ducret, Responsabile delle trattative e Sost. Manager tariffale, Comunità di acquisti HSK.
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Data di pubblicazione
16. aprile 2025
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Nathalie Ducret
